Il rafano è un ortaggio da radice piccante, conosciuto anche con il nome “barbaforte”.
Contiene un’elevata percentuale di carboidrati e un notevole valore energetico, nonché vitamine e sali minerali. Il rafano è composto da radici che possono essere lunghe fino a 50 cm e sono caratterizzate da una buccia rugosa e di colore scuro, e da una polpa carnosa e bianca. L’olio presente all’interno della polpa è il responsabile del sapore piccante, molto simile alla senape.
Da secoli il rafano è apprezzato, non solo per le sue qualità gastronomiche, ma anche per le sue proprietà benefiche. Infatti, grazie alle numerose vitamine e sali minerali che lo compongono, è un potente antibatterico nonché efficace come emolliente ed espettorante.
In Basilicata, il rafano è molto diffuso ed apprezzato, tanto da essere definito “il tartufo dei poveri”.
È coltivato soprattutto nelle zone della Val d’Agri e del Lagonegrese; e cresce spontaneamente nelle zone dell’Appennino Lucano ricche di acqua.
È un ortaggio invernale; infatti la tradizione culinaria lucana prevede diverse ricette a base di rafano da consumare soprattutto nel periodo di carnevale. Ad esempio, un tipico piatto “carnevalesco” a base di rafano sono i ferricelli fatti in casa, conditi con sugo di carne e rafano fresco grattugiato. O, ancora, la “rafanata”: una frittata a base di uova, salame, formaggio e rafano fresco grattugiato.
Per preservarne le qualità e poterlo consumare durante tutto l’anno, il rafano viene conservato sottolio, trasformato in polvere o lavorato in una salsa a base di rafano, olio e aceto.
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